Il titolo di questo post suona forse un po’ macabro, perché il grande artista americano fra i più noti esponenti dell’Hard edge painting è mancato all’età di 92 anni il 27 dicembre 2015. Eppure.
L’estate scorsa sono stata qualche giorno a Londra. Più degli interiors di alcuni locali di Shoreditch, più della lenta maestosità del Tamigi, più di un aperitivo a South Bank al tramonto, ciò che mi è rimasto nel cuore è stato Ellsworth Kelly alla Tate Modern.
Blue, Black, Red, 2006
Méditerrannée, 1952
“Chiediamo all’arte un senso di stabilità, in opposizione al caos della vita di tutti i giorni. E’ un’illusione, ovviamente.” E. Kelly
Queste geometrie cromatiche astratte e composte, di una potenza misurata, di una saggezza umana e artistica tangibile, io le ho volute portare con me. Le ho reinterpretate con forme e colori diversi cercando il mio “senso di stabilità”, dipingendole più tardi sulle pareti della sala da pranzo e del corridoio della mia casa. Non è certo la stessa cosa, non è come avere una sua opera appesa sopra al tavolo a cui mangio o davanti alla scrivania da cui spesso lavoro; ma una creativa (forse non illusoria) “opposizione al caos di tutti i giorni” mi sembrava un buon punto di partenza per una nuova, fissa dimora.
P.S: Scrivendo questo post, ho scoperto che la mia personale rielaborazione di Blue, Black, Red ricorda, per accostamenti cromatici, una sua litografia su carta (Untitled, 1972, immagine sotto a destra). Come a dire, Ellsworth Kelly, che mi sei davvero rimasto nel cuore. Grazie di tutto.